Un'esperienza bella che ha lasciato tracce, ha stimolato riflessioni. Giornate intense.
Sono rimasta affascinata dai lavori svolti dai due gruppi di educatrici: la tavolozza di forme e colori (detta installazione= forma d'arte); il connubio tra lavoro individuale e collettivo; l'importanza di sperimentare in prima persona per comprendere e poter apprendere anche dal lavoro dell'altro.
La riflessione e la progettazione sulla scatola azzurra nasce dalla consapevolezza che i bambini di oggi vivono di frequente in condizioni di ingabbiamento e di "libertà vigilata".
Una condizione che non consente la libertà necessaria e che pone limiti alla vera autonomia (direbbe Myrtha Chokler) dei bambini.
E' vero come sostiene Paola Tonelli che oggi i bambini vivono come in scatola; bambini che vivono in scatole chiuse e che transitano da una scatola all'altra. dalla scatola casa alla scatola auto, dalla scatola nido alla scatola sezione... c'è sempre meno spazio e tempo per vivere a contatto con l'ambiente naturale.
Abbiamo riflettuto insieme del perché c'è la tendenza da parte degli adulti a stare con i bambini dentro piuttosto che all'aperto; le risposte date hanno evidenziato in primo luogo la questione culturale che sostiene e amplifica il pensiero protettivo; l'impostazione pedagogica che privilegia l'apprendimento attraverso la programmazione lineare degli interventi;la paura dell'esterno, spesso si rinuncia a stare in giardino perché sporco, perché spoglio o scarso di giochi.
In realtà i bambini hanno il piacere e il gusto di sperimentare (non hanno bisogno di essere sollecitati in questo) a patto che vi sia un adulto che li accompagni senza iperprotezioni, suggerimenti, direzioni obbligate...
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