mercoledì 22 ottobre 2014

Lo facciamo anche noi?

"Non la si    mise mai in una posizione che essa non avesse conquistato da sola, né le si è mai insegnato nè posizioni corporee diverse,...non si sono affrettati i suoi progressi, ci si è astenuti dall'influenzare direttamente le sue prestazioni e il suo sviluppo.
Di contro, ci si è curati di organizzare la sua vita in ,modo da favorire le sue iniziative e il suo piacere per l'attività autonoma assicurandole costantemente lo svolgimento calmo e equilibrato delle sue giornate contrassegnate da momenti piacevoli di cure corporee, spazio sufficiente appropriato e protetto, sempre un po' più grande di quanto potesse servirle, degli abiti che intralciassero il meno possibile i suoi movimenti, e dei giocattoli che ella potesse  manipolare da sola, senza aiuto, senza bisogno di intervento da parte dell'adulto". (J:Falk).

In questo breve brano tratto da un testo di J. Falk (allieva di E. Pikler e direttrice dell'Istituto Pikler) possiamo trarre molti spunti per riflettere sulla pedagogia di oggi, su consuetudini e culture di infanzie.

Quello che mi sorprende, oltre agli interventi concreti rivolti ai bambini, è l'impostazione   che sottende il pensiero di Pikler che assegna  fiducia nelle capacità di sviluppo del bambino,  non intralcia le sue iniziative, non affretta l'evoluzione spontanea del suo sviluppo con interventi diretti, ma  ne rispetta il ritmo individuale.
Strettamente collegato è l'aspetto legato alla cura. "Nell'ambito dell'Istituro, l'aspetto di una relazione calorosa, affettuosa ma ragionata tra il bambino e l'educatrice da una parte e l'aspetto dell'attività autonoma del bambino nata dalla sua iniziativa dall'altra, sono del tutto inseparabili". la sicurezza che procura una relazione intima  e continuata con un numero ristretto di adulti ben conosciuti, fonda la base del piacere di una attività libera e autonoma, fonte di gioia e di esperienze che favoriscono uno sviluppo armonioso."

martedì 14 ottobre 2014

Approfondimenti sullo sviluppo psicomotorio dei bambini

  Ogni anno, ogni giorno, ogni attimo nella professione educativa è importante,diverso mai banale.
Momenti di gioia, dubbi, gratificazioni o domande: ho fatto bene? Molti pensano che non avere dubbi probabilmente è segno di un certo tipo di arroganza, chi può dire se ogni nostro atteggiamento o comportamento nei confronti dei bambini sia quello giusto, se...
Penso sia ragionevole interrogarsi; porsi in un atteggiamento di dubbio prima di intraprendere una strada piuttosto che un'altra.e nella pratica educativa questo approccio è    sostanziale.
La formazione di base, quella in itinere, la voglia di migliorarsi, studiare...tutto può contribuire; discutere e confrontarsi con altri professionisti che condividono esperienze simili alle nostre; esplorare altri mondi...
Accanto a tutto questo, invisibile ma parallelo e determinante esiste un mondo  altro che è quello della cultura all'interno del quale siamo nati, cresciuti e identificati.
L'ordine simbolico, come viene definito all'interno della teoria degli organizzatori dello sviluppo; quell'ordine simbolico che può andare a "cozzare" con ciò che possiamo avere appreso; che sappiamo sconsigliabile mentre è pratica comune e consolidata nella stragrande maggioranza delle azioni riservate ai bambini.
Azioni difficilissime da scardinare, che determinano scelte in altri mondi diversi tra loro, da quello familiare a quello commerciale. Esempio ne è il girello. Non è auspicabile probabilmente farlo usare ai bambini, eppure ne sono pieni i centri commerciali nei negozi specializzati per la primissima infanzia.

Myrtha Chokler, sarà presto ad Ancona per la conduzione di alcuni seminari di approfondimento  (interni all'Ente comunale)sullo sviluppo psicomotorio del bambino.Sarà una ulteriore opportunità di confronto su stili educativi. A lei il compito di portarci  a riflettere sullo sviluppo del bambino e su come aiutarlo a crescere in autonomia. a crescere per divenire uomo o donna liberi perché capaci di pensare senza dipendenze...un obiettivo straordinario per una società potenzialmente migliore.

mercoledì 8 ottobre 2014

Comunicare nei gruppi educativi...

Segnalo, per chi fosse interessato,  una iniziativa interessante che si svolgerà a Jesi fine novembre.



Corso di formazione per
i Gruppi di lavoro dei nidi e delle scuole d'infanzia
Città di Jesi
venerdì 21 novembre  : Asilo nido comunale Oasi , ore 16,30-19.30
sabato 22 novembre 2014: Galleria Biblioteca comunale Palazzo Pianetti
                                          
Lavorare in gruppo: perché a volte è così difficile!
Docente : Paola Toni

Obiettivo
Il corso sarà realizzato con la presenza di coordinatrici/tori ed educatrici di nidi d’infanzia con l’obiettivo principale di riflettere intorno ai valori del servizio per uniformare comportamenti e prassi.
Offrirà spunti di riflessione originali e specifici per migliorare le performances professionali e creare un clima di reciproca attenzione e di propositività.

Finalità
Conoscere le principali tecniche di comunicazione, diventare sempre più consapevoli del proprio stile di relazione, comprendere i contesti in cui si lavora e le persone che ci circondano, conoscere le proprie motivazioni al lavoro, sviluppare capacità ed energie per lavorare meglio nel gruppo.
Acquisire nuove abilità per gestire le relazioni con tutti i protagonisti del servizio educativo: genitori, colleghi, coordinatori/trici, funzionari, pubblici esterni.
Imparare ad intervenire esprimendo autorevolezza, acquisire consapevolezza dell’importanza della comunicazione interpersonale e del clima interno nella percezione del servizio.
Non cadere nelle trappole dell’incomprensione e imparare a risolvere o gestire problematiche spinose nella relazione con i tutti i protagonisti dei servizi educativi, dai gruppi di lavoro ai superiori, dalle famiglie alle reti territoriali.
Ampliare i significati del lavorare oggi, tempo di grandi cambiamenti,  in un servizio educativo e aumentare la conoscenza del contesto e degli strumenti di comunicazione del servizio e iniziare un ragionamento sull’uso delle opportunità che il web offre e dei social network.
Riflettere sul valore della comunicazione interna al servizio per acquisire maggiori abilità, ragionare per implementare o migliorare gli strumenti utilizzati per la comunicazione esterna.



Prima parte: La comunicazione che salva la vita
Contenuti:
  1. Cosa significa lavorare oggi in un servizio educativo
  2. Le principali tecniche che definiscono il processo di comunicazione
  3. Comportamento e abilità comunicative per lavorare nei servizi educativi
  4. Subire o gestire il cambiamento? Riflessioni e confronti
  5. La motivazione, leva strategica del comportamento
  6. Dire, fare, ascoltare e il linguaggio del corpo
  7. Assertività, autostima e autorevolezza: spirale positiva
  8. Percezione e comportamento per vivere e lavorare meglio
Seconda parte: Le relazioni del servizio educativo
Contenuti:
1.    Le principali tecniche per  gestire le relazioni
2.    L’importanza dell’immagine e della comunicazione del servizio nelle relazioni interne ed  esterne
3.    Clienti o utenti: i genitori chiedono, percepiscono, valutano
4.    L’interazione, l’ascolto e il clima interno al gruppo
5.    I momenti della verità del servizio
6.    Riunioni e incontri: quale organizzazione?
7.    L’analisi del contesto e le strategie efficaci per costruire reti territoriali
8.    Il piano di comunicazione esterno: gli strumenti più idonei,  dal tradizionale cartaceo al web.
Terza parte: Lavorare in gruppo: perché a volte è così difficile!
Contenuti:

1.                            Autoanalisi della propria comunicazione e capacità persuasiva
2.                            Perché non sono capace di accettare le critiche
3.                            L’offesa e l’autostima, L’immagine e la reputazione personale
4.                            Ragionamento intorno alle teorie e classificazioni delle tipologie di gruppo
5.                            Da gruppo di lavoro a team: quali differenze?
6.                            Come favorire la crescita del gruppo: emozioni e razionalità a confronto
7.                            Motivazione e frustrazione, immagine e reputazione
8.                            Creare sinergie e valorizzare le differenze all’interno del gruppo

Metodologia didattica

Altamente interattiva con casi, test, giochi e simulazioni.
COSTI : 70 EURO ( CON BOLLETTINO  A SOCIETA’ FORMATIVA CHE GESTISCE CORSO E CHE INVIERA’ A BREVE COMUNICAZIONE VIA MAIL A INDIRIZZARIO E  A PRENOTAZIONI INDIVIDUALI)

Paola Toni Bibliografia minima sui temi della comunicazione interpersonale e del cambiamento 1.Paul Watzlawich "La pragmatica della comunicazione"- ed. Astrolabio 2.Paul Watzlawich "Change" - ed. Astrolabio 3.Paul Watzlawich "Il linguaggio del cambiamento" - ed. Astrolabio 4.Paul Watzlawich "Di ben in peggio" - Feltrinelli 5.Paul Watzlawich "Istruzioni per rendersi infelici" - Feltrinelli 6.Richiard Bandler - Leslie Bandler "Programmazione Neurolinguistica" - Ed. Astrolabio 7.Anthony Robbins "Come ottenere il meglio da sè e dagli altri" - Rizzoli 8.Eric Berne "L'analisi transazionale" - Ed. Astrolabio 9.Eric Berne "A che gioco giochiamo" - Bompiani 10.Thomas Harris "Io sono OK, tu sei OK" - Rizzoli/F. Angeli 11.Edward De Bono "Il pensiero laterale" - Mondadori 12.Edward De Bono "Io ho ragione, tu hai torto" - Sperling & Kupfer 13.Charles Handy "L'epoca della non-ragione" - ed. Olivares

Paola Toni si occupa di servizi alle imprese nel campo della comunicazione, della ricerca sociale, del marketing e della formazione.  Per i servizi all’infanzia e alla adolescenza svolge attività di consulenza nell’area organizzazione, comunicazione e relazione interpersonale. Ha ricoperto il ruolo di dirigente dei servizi educativi del Comune di Genova.
E’ specializzata nel facilitare i processi di cambiamento all’interno di Enti, istituzioni ed aziende e nell’attivare percorsi di crescita individuale .
Ha pubblicato :
Uno in più. Bambini e adulti in relazione nei percorsi di crescita da zero a sei anni  -  Junior -Spaggiari edizioni  2012

Coordinatore pedagogico , professione multitasking -30 modelli per gestire – Junior – Spaggiari edizioni  2104


Per informazioni:
zeroseiup@gmail.com
c/c intestato a Zeroseiup -Bergamo IBAN IT14C0542852570000000003872
Costo 70 euro


venerdì 3 ottobre 2014

Laboratori...che passione

Il 2,3 e 4 settembre, dopo il rientro dalle vacanze estive,abbiamo avuto il grande piacere di ospitare ad Ancona Paola Tonelli che ha condotto due laboratori e un seminario sulle scatole azzurre per le educatrici dei nidi comunali.
Un'esperienza bella che ha lasciato tracce, ha stimolato riflessioni. Giornate intense.
Sono rimasta affascinata dai lavori svolti dai due gruppi di educatrici: la tavolozza di forme e colori (detta installazione= forma d'arte); il connubio tra lavoro individuale e collettivo; l'importanza di sperimentare in prima persona per comprendere e poter apprendere anche dal lavoro dell'altro.
La riflessione e la progettazione sulla scatola azzurra  nasce  dalla consapevolezza che i bambini di oggi vivono di frequente in condizioni di ingabbiamento e di "libertà vigilata".
Una condizione che non consente la libertà necessaria e che pone limiti alla vera autonomia (direbbe Myrtha Chokler) dei bambini.
E' vero come sostiene Paola Tonelli che  oggi i bambini vivono come in scatola; bambini che vivono in scatole chiuse e che transitano da una scatola all'altra. dalla scatola casa alla scatola auto, dalla scatola  nido alla scatola sezione... c'è sempre meno spazio e tempo per vivere a contatto con l'ambiente naturale.
Abbiamo riflettuto insieme del perché c'è la tendenza da parte degli adulti a stare con i bambini dentro piuttosto che all'aperto; le risposte  date hanno evidenziato in primo luogo  la questione culturale che sostiene e amplifica il pensiero protettivo; l'impostazione pedagogica che privilegia l'apprendimento attraverso la programmazione lineare degli interventi;la  paura dell'esterno,  spesso si rinuncia a stare in giardino perché sporco, perché spoglio o scarso di giochi.
In realtà i bambini hanno il piacere  e il gusto di sperimentare (non hanno bisogno di essere sollecitati in questo) a  patto che vi sia un adulto che li accompagni senza iperprotezioni, suggerimenti, direzioni obbligate...

 


mercoledì 1 ottobre 2014

Nuovo anno educativo, nuove esperienze "L'Isola di Elinor"

Da pochi giorni è stata  inaugurata ad Ancona, a gestione completamente comunale,  una sezione Primavera che prende il nome ed è dedicata ad Elinor Goldschmied: "L'Isola di Elinor".
Si trova nel quartiere della Seconda Ancona, semicentrale , dove vi è una maggioranza di cittadini stranieri, che definirei quartiere multietnico, purtroppo,  centro anche  di episodi  d microcriminalità.

L'Isola di Elinor è collocata all'interno di un complesso strutturale molto importante sia dal punto di vista monumentale che ambientale; si tratta infatti  di un ex manicomio -  edificio costruito nel lontano 1901 all'interno di una grande area verde che oggi è sede, in gran parte,  di uffici e servizi dell'ASUR  ed altri enti tra cui il Comune di Ancona.

La struttura comunale, completamente ristrutturata, appare bellissima e incorniciata da un grande giardino con alberi secolari di tipologie diverse oltre che rari. Entrare camminando  tra i vialetti  loggiati, fa pensare ad un contesto completamente diverso e fa assaporare altre sensazioni, più vivibili ed ecosostenibili. I vialetti infatti sono pedonabili e le auto hanno altre traiettorie che non si intrecciano.con essi.

Dunque "L'Isola di Elinor" offre nuova vita ad un ambiente bello ma che lo potrà essere ancor di più   attraverso la presenza dei bambini e delle bambine e adulti che lo utilizzeranno.

Dedicato a E. G.( una  famosa psicopedagogista inglese che ha svolto molti anni di lavoro anche in Italia e  che ho avuto anch'io la fortuna di incontrare e ascoltare nel corso della mia carriera professionale), il progetto educativo assume  ogni suo suggerimento insieme alle teorie dell'educazione attiva e del pensiero Pikleriano.

La fontanella
In questo contesto verranno accolti venti bambini dai 24 ai 36 mesi, così come prevede la legislazione vigente riguardo  le sezioni Primavera. Un anno  di "nido" prima di iniziare la scuola dell'infanzia.Perché è una fascia d'età quella dai due ai tre anni, che merita un'attenzione particolare e rispettosa dei tempi e dei bisogni dei bambini ostacolando quanto più possibile, inutili e difficili anticipi.

Il personale comprende: due educatrici full time, una operatrice,  una responsabile pedagogica e  una coordinatrice.

Oggi i primi ambientamenti: Riccardo, Samuele, Amanda,Mirko, Giulia, Emanuela...quante emozioni!

Buona vita! queste parole sono state  scritte su una lavagnetta  regalata da un altro gruppo educativo, bellissime parole augurali e che lo sia veramente per tutti/e!